E-commerce di cannabis legale: come aprirlo, quanto investire, come gestirlo

Sono sempre di più le persone che scelgono di cambiare vita e di impegnarsi nel lancio e nella crescita di un business online. Tra le alternative da chiamare in causa spicca indubbiamente l’e-commerce. Entrando nel vivo di questo mondo, facciamo presente che la vendita online di marijuana legale è un ambito che desta grande interesse (parliamo della cannabis caratterizzata da una percentuale di THC non superiore allo 0,2% e per questo priva di effetti psicoattivi). La filiera, seppur giovane in quanto inesistente prima del 2017, ha prodotto un giro d’affari che, oggi come oggi, supera le decine di milioni di euro annui. 

Alla luce di ciò, come già detto, sono numerose le persone che si chiedono come aprire un e-commerce di successo come Cbweed.com. Se ti stai facendo domande in merito, nelle prossime righe di questo articolo puoi trovare la risposta.

Gli adempimenti burocratici

Gli adempimenti burocratici da considerare nel momento in cui si punta ad aprire un e-commerce di cannabis light sono gli stessi da tenere presenti per gli altri settori. Ecco cosa bisogna fare:

  • Aprire la Partita IVA
  • Iscriversi al Registro delle Imprese
  • Presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)

Nei casi in cui si ha del personale assunto, è basilare aprire le relative posizioni previdenziali.

Quanto investire?

Quanto investire per un e-commerce di cannabis light? La prima voce da prendere in considerazione è quella della creazione del sito. Dal momento che gli e-commerce di cannabis light – più correttamente definibili come hemp shop online – sono caratterizzati da un’ampia gamma di prodotti, è basilare puntare sul massimo della qualità. Solo così, infatti, è possibile offrire ai propri utenti un’esperienza d’acquisto impareggiabile. Per dare qualche numero in merito, facciamo presente che, per un e-commerce con tema personalizzato e diversi plugin, non si andrà a spendere meno di 10mila euro.

Da non dimenticare è poi l’investimento in SEO (Search Engine Optimization) e quello in promozione sui social. Per la gestione di una pagina Facebook da parte di un’agenzia, si spendono minimo 300 euro al mese.

Se si ha intenzione di tenere basso l’investimento iniziale, ci si può associare a un franchising (sì, è possibile anche se si apre un e-commerce). In questi frangenti, si parte con le spalle maggiormente coperte ma, per contro, si ha meno libertà creativa.

Come gestirlo

Apriamo ora il nodo della gestione dell’e-commerce di cannabis light. La prima cosa da dire in merito è che il settore è ricco di concorrenti e non ancora saturo. Inoltre, la qualità dei prodotti, tutti frutto di filiere biologiche, è praticamente uguale in tutti i casi. Alla luce di ciò, bisogna puntare su elementi differenzianti. Soprattutto nell’ultimo anno e mezzo – periodo che ha visto letteralmente esplodere il fatturato delle imprese che commercializzano prodotti a base di cannabis light – gli imprenditori del settore si sono ingegnati per trovare soluzioni per fidelizzare i clienti.

Tra le alternative messe in campo è possibile citare i servizi di delivery ad hoc, ma anche l’implementazione del customer care. Oggi come oggi, bisogna considerare anche la concorrenza di player come Amazon che, grazie al servizio Prime, garantisce consegne a dir poco rapide (si può aprire una pagina anche sul marketplace fondato da Bezos, tenendo però presenti le commissioni di entità non indifferente che, invece, non vengono addebitate su un e-commerce proprietario).

Proseguendo con l’elenco dei consigli per gestire al meglio un e-commerce di cannabis light, ricordiamo l’importanza di “nutrire” il proprio target con contenuti di qualità (ottimo a tal proposito è il blog). Purtroppo, nonostante la cannabis light sia un prodotto di uso quotidiano per molte persone, i dubbi sulle sue caratteristiche sono ancora tanti e i potenziali utenti che istruiti con le giuste informazioni potrebbero diventare clienti a dir poco numerosi.