POS obbligatorio 2020: regole, sanzioni, esclusioni e costi
Dal primo luglio 2020 entrerà in vigore l’obbligo del POS, una misura volta a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale e favorire il tracciamento delle transazioni. La normativa però prevede una serie di eccezioni, con alcuni professionisti che saranno di fatto esclusi dall’obbligatorietà di adottare questo sistema di pagamento. Ecco tutte le novità in merito.
POS 2020: chi deve usarlo?
Dal 2012 i commercianti devono necessariamente utilizzare le macchine POS, dispositivi elettronici che consentono ai clienti di pagare utilizzando carte di debito, di credito e prepagate. In particolare, dunque, era già previsto l’obbligo di mettere a disposizione il POS per artigiani e professionisti, tuttavia cambieranno le sanzioni come indicato dal DL n.124 del 26/10/2019.
In realtà fino ad oggi non erano presenti azioni sanzionatorie, quindi anche chi non era in regola con le disposizioni di legge non incappava in nessun tipo di ammenda. Rimaneva perciò al singolo esercente o professionista la facoltà di offrire o meno questo metodo di pagamento ai propri clienti, una scelta spesso dettata dalla necessità, in quanto sempre più persone preferiscono saldare con la carta invece che in contanti.
Inoltre l’evoluzione tecnologica ha permesso di introdurre nuove macchine POS, apparecchi di ultima generazione dotati di funzionalità innovative. Ad esempio i dispositivi moderni consentono di utilizzare le carte in modalità Contactless, per pagare fino a 25 euro senza digitare il codice PIN velocizzando l’operazione. Allo stesso tempo è possibile usare sistemi digitali, con i wallet virtuali di Google Pay e Apple Pay per pagare con lo smartphone.
Cosa cambia dal primo luglio 2020
Con la nuova normativa di legge, dal primo luglio 2020 il POS sarà obbligatorio per tutti i commercianti e alcuni professionisti. A differenza di quanto successo finora, dopo tale data verranno applicate le nuove sanzioni per chi non rispetterà tale indicazione, con il rischio di ricevere una multa di 30 euro, oppure di un valore fino a 4% dell’importo rifiutato qualora venisse costretto il cliente a pagare in contanti.
L’obbligo del POS interessa qualsiasi tipo di attività commerciale, in cui viene proposta la vendita di prodotti, comprese quelle senza sede fissa come avviene in occasioni di eventi come fiere, mercati e sagre. Il provvedimento riguarda anche chi vende servizi, quindi i professionisti, nonostante in merito siano state previste delle esclusioni. Non sono soggetti alle sanzioni, infatti, alcuni professionisti come i medici, i dentisti e gli avvocati associati.
Oltre alla multe saranno previsti anche degli incentivi, per sostenere commercianti e professionisti nell’integrazione di questo sistema di pagamento. Nel dettaglio è possibile beneficiare di un credito d’imposta, nella misura fino al 30% delle commissioni applicate dalle banche sulle transazioni elettroniche, purché i ricavi nell’anno non superino i 400 mila euro.
POS: quanto costa e quali sono le soluzioni disponibili?
L’incentivo all’uso del POS da parte dei titolari di partita IVA, quindi non solo esercenti ma anche professionisti e collaboratori, potrebbe far aumentare i costi sostenuti da aziende e lavoratori autonomi. Per utilizzare questi dispositivi è previsto il pagamento di una commissione fissa, diversa a seconda della banca e del tipo di apparecchio richiesto. In media il costo del POS può andare da 108 a 360 euro l’anno, almeno per quanto riguarda il modello tradizionale.
Per il POS cordless, dunque senza fili, i prezzi sono leggermente più alti, con un rincaro delle tariffe fino al 50%. Ancora più elevata è la spesa per i nuovi POS Smart, con integrazione di moduli specifici per il collegamento internet, i quali possono presentare un costo compreso tra 24 e 54 euro al mese. Vi sono poi le tariffe per l’installazione, operazione in alcuni casi offerta gratuitamente da parte delle banche.
Infine è necessario considerare le commissioni per le transazioni, sulle quali commercianti e professionisti devono pagare circa l’1% dell’importo corrisposto dai clienti. Accettare i pagamenti con le carte di credito non è dunque un’operazione a buon mercato, tuttavia con la compensazione parziale dei costi prevista dal nuovo decreto legge sarà possibile recuperare una parte di questi soldi, richiedendo lo sgravio fiscale all’interno del modello F24.
Quali sono i vantaggi del POS?
Sebbene adottare il POS sia un obbligo, sanzionato a partire dal primo luglio 2020, accettare i pagamenti elettronici rappresenta anche un vantaggio per molte attività commerciali e professionali. Infatti l’esclusività del contante per le transazioni è senza dubbio un fattore limitante, che riduce la clientela e crea spesso non poche difficoltà ai clienti. Inoltre permette di usufruire di una maggiore sicurezza, diminuendo la presenza del contante in cassa, senza contare una gestione più semplice della contabilità e della fatturazione elettronica.
Allo stesso tempo esistono anche delle alternative meno costose, per dotarsi di un POS senza rivolgersi necessariamente a una banca. Alcune società propongono servizi digitali particolarmente convenienti, con soluzioni smart in grado di soddisfare le esigenze di esercenti e liberi professionisti. Ad esempio si possono trovare opzioni senza commissioni, altre con costi adeguati alla quantità di transazioni lavorate, oppure sistemi virtuali con gestione tramite dispositivi mobili, tra cui scegliere quella più adatta alle necessità del proprio business e alle esigenze della propria clientela.