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Interventi nazionali per far fronte alla crisi economica dovuta al Coronavirus

Quali sono gli interventi nazionali per far fronte alla crisi economica dovuta al Coronavirus previsti dal decreto Cura Italia?

Il decreto legge “Cura Italia” 18/2020, in vigore dal 17 marzo e da convertire in legge entro il 1 maggio, contiene tutta una serie di misure per famiglie, lavoratori, imprese e sanità. Sono tantissimi i punti presi in esame dal decreto che, negli ultimi giorni, è stato aggiornato più volte.

In precedenza, sono stati approvati i seguenti decreti:

Decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6che ha introdotto misure urgenti per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica;

Decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, entrato in vigore l’11 marzo, con cui è stata annunciata la chiusura di tutte le attività commerciali e vendita al dettaglio (tranne alimentari, negozi di prima necessità, farmacie, parafarmacie). Questo decreto ha disposto misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese in piena emergenza sanitaria.

A seguito del decreto 18/2020, sono stati approvati il decreto legge 25 marzo 2020, n. 19 (entrato in vigore il 26 marzo 2020) e il DPCM 6 aprile 2020con nuove misure di sostegno alle imprese e ai lavoratori.

Il decreto “Cura Italia” ha già assorbito, di fatto, l’intero stanziamento di 25 miliardi per imprese e famiglie, ma sono ben altri gli stanziamenti approvati in seguito da destinare a garanzia del credito e liquidità delle imprese in piena emergenza Coronavirus.

Interventi nazionali per far fronte alla crisi economica dovuta al Coronavirus: sostegno ai lavoratori

I lavoratori maggiormente impegnati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono medici e infermieri. Sono stati stanziati 150 milioni di euro per pagare gli straordinari a chi lavora incessantemente in corsia.

Il Decreto Legge 25 marzo 2020, n. 19 prevede agevolazioni e sussidi per dipendenti e liberi professionisti.

I dipendenti hanno diritto a:

moratoria mutuo prima casa con sospensione del pagamento rate fino al 30 settembre 2020;

sospensione del pagamento di bollette per chi è costretto a bloccare o ridurre il lavoro per almeno 30 giorni;

– modalità di lavoro agile o smart working in alcuni settori;

indennità riconosciuta attraverso il Fondo per il reddito di ultima istanza per chi ha dovuto cessare o ridurre il suo lavoro;

– possibilità di incremento del numero dei giorni di permesso mensile retribuito (ulteriori 12 giorni per marzo/aprile 2020) in base alla Legge 104;

cassa integrazione in deroga (80% della retribuzione per dipendenti di aziende che hanno fino a 5 dipendenti);

cassa integrazione straordinaria Covid-19 per i primi comuni delle zone rosse individuati da erogare entro il 15 aprile in base all’accordo tra governo, sindacati e ABI (Associazione bancaria italiana). Le banche anticiperanno le somme (fino a 1.400 euro per il pagamento CIG) e verranno, poi, rimborsate dall’INPS;

congedo parentale di 15 giorni indennizzato al 50% della retribuzione o di 1/365° del reddito;

bonus baby-sitter nel limite massimo di 600 euro;

bonus di 100 euro per lavoratori dipendenti, pubblici e privati (con reddito complessivo non superiore a 40 mila euro) che continuano a prestare servizio nella sede di lavoro a marzo 2020. L’onere previsto è di 880,5 milioni;

proroga del versamento contributi Inps alla colf al 31 maggio 2020.

Per i prossimi 2 mesi, le aziende non potranno licenziare per ‘giustificato motivo oggettivo’.

Sostegno alle partite IVA

I liberi professionisti e le partite IVA hanno diritto a:

– bonus indennità una tantum (per il mese di marzo) di 600 euro che sarà disponibile sul sito dell’Inps a partire da lunedì 30 marzo. Ha diritto al bonus il libero professionista iscritto alla gestione separata dell’Inps, non titolare di pensione, L’indennità per autonomi e lavoratori parasubordinati della prima zona rossa sale a 1100 euro per 3 mesi. La somma stanziata con 5,8 milioni di euro sarà erogata dall’Inps;

bonus sanificazione di locali concredito d’imposta pari al 50% della spesa (massimo di 20 mila euro);

stop del mutuo sulla prima casa della durata di 9 mesi per partite IVA che autocertifichino di aver perso oltre il 33% del fatturato come conseguenza della crisi;

sospensione degli adempimenti e versamenti fiscali e contributivi. Il pagamento Iva, ritenute, contributi previdenziali e Inail è rinviato al 31 maggio;

proroga del pagamento di cartelle esattoriali e rate relative alla Rottamazione-ter e del ‘Saldo a stralcio’ fino al 31 maggio 2020.

Interventi nazionali contro la crisi da Covid-19: sostegno alle imprese

La parte relativa ai provvedimenti per il sostegno alle imprese è tra le più corpose del decreto Cura Italia.

Per imprenditori ed esercizi commerciali (il motore economico italiano), sono state approvate le seguenti misure:

Moratoria di mutui, finanziamenti e leasingche permette a piccole e medie imprese di sospendere le rate mensili fino al 30 settembre 2020. Ne hanno diritto imprese con sede in Italia e con esposizioni debitorie in bonis(senza posizioni debitorie deteriorate) al 17 marzo 2020.

Moratoria di pagamento dell’affitto commerciale, ovvero un credito d’imposta del 60% per immobili classificati C1 (negozi e botteghe). Si sta discutendo su un’eventuale estensione agli immobili ad uso non abitativo come alberghi, capannoni;

Sospensione di pagamenti e adempimenti fiscalipiù ampia (Agenzia delle Entrate, Inps, adempimenti tributari, Iva, ecc) che potrebbe includere gli avvisi bonari.

Decreto del 6 aprile 2020: credito e liquidità alle imprese

Il successivo DPCM del 6 aprile 2020 ha confermato la sospensione dei versamenti IVA, contributi e ritenute d’acconto per aprile e maggio in favore di chi registra un calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi inferiori ai 50 milioni. La soglia di fatturato dei 50 milioni non vale per le 5 città più colpite dal Covid-19 (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza). I versamenti riprenderanno a giugno 2020 con possibilità di rateizzazione. Sono stati prorogati anche i versamenti dovuti alle pubbliche amministrazioni con scadenza al 16 marzo e l’invio della Certificazione Unica(che slitta al 30 aprile).

Con il decreto 6 aprile 2020 sono state approvate misure urgenti in materia di accesso al credito e alla liquidità alle imprese. Ai 350 miliardi già stanziati nel decreto Cura Italia si aggiungono altri 400 miliardi (200 per il mercato interno e 200 per l’export).

Le garanzie per 200 miliardi di euro sono concesse tramite la società SACE Simest del gruppo Cassa Depositi e Prestiti in favore di banche che finanzieranno le imprese. Verrà coperto il 70% o 90% del finanziamento in base alle dimensioni dell’impresa.

Per accedere al Fondo di Garanzia, si prevede uno snellimento delle procedure burocratiche al fine di assicurare un’erogazione rapida dei prestiti da restituire in 6 anni.

Il decreto potenzia ulteriormente il Fondo di Garanzia per le P.M.I. già ampliato dal decreto Cura Italia con 1,5 miliardi di euro. Le modifiche dureranno 9 mesi e verranno applicate anche ad agricoltura e pesca a costo zero.

S’intende assicurare la continuità delle imprese attraverso misure che, ad esempio, disattivano le cause di scioglimento societario per perdita o riduzione di capitale sociale.

E’ stato incrementato il “golden power” per proteggerele imprese italiane (inclusi il settore finanziario, energetico, dei trasporti, dell’agricoltura) da possibili “scalate ostili” da parte di investitori esteri.

Ce la faremo?