EGOInternational, il food Made in Italy conquista i mercati esteri
Il food Made in Italy conquista i mercati internazionali, proseguendo nella corsa iniziata lo scorso anno, quando si raggiunse il traguardo storico dei 52 miliardi di euro di vendite all’estero. La bilancia dell’agroalimentare italiano registra un ottimo andamento dell’export, che nei primi sette mesi dell’anno cresce del 17,6% e raggiunge un valore di 34,5 miliardi di euro.
È quanto emerge dall’ultima recensione Ismea sull’export italiano del settore: da gennaio a luglio, infatti, sono cresciuti considerevolmente i volumi dei flussi commerciali diretti verso i mercati stranieri, rendendo il comparto uno dei più importanti per l’export del Paese.
Il trend positivo del food Made in Italy è da tempo al centro delle opinioni degli esperti, che evidenziano, inoltre, anche il buon andamento delle importazioni (+29,2%), influenzato dai rincari delle materie prime. Una conferma arriva anche da EGOInternational, l’azienda leader nei servizi per l’export: all’interno del suo blog l’azienda sottolinea, infatti, l’importanza del settore per l’economia del Paese e ribadisce la necessità di introdurre una strategia di internazionalizzazione che possa intercettare le opportunità presenti nei mercati stranieri.
Le imprese italiane che decidono di vendere all’estero, continua EGO International nelle sue recensioni, hanno la possibilità di perseguire gli obiettivi aziendali attraverso l’introduzione di una formula di esportazione indiretta, che deleghi ad aziende specializzate lo studio dei mercati di riferimento e la gestione dei rapporti con i committenti stranieri.
I principali mercati di sbocco dell’agroalimentare italiano
Le esportazioni dell’agroalimentare italiano registrano incrementi a due cifre sia all’interno dell’Unione Europea (+21%) sia verso i paesi extra-UE (+16%), favoriti anche da un aumento del valore dell’euro rispetto al dollaro. Sul podio dei principali partner commerciali esteri figurano la Germania, gli Stati Uniti e la Francia, seguiti dal Regno Unito, dai Paesi Bassi e dalla Spagna, quest’ultima protagonista di un considerevole aumento delle merci esportate, pari al +29,9% rispetto allo scorso anno.
I dati sembrano ribadire le opinioni di EGOInternational relative ai principali mercati di sbocco dei prodotti alimentari italiani e di quelli emergenti, in cui è necessario attivare delle politiche ad hoc per intercettare l’interesse dei consumatori locali. Opinioni che trovano conferma nella recensione Ismea, in cui si segnala il considerevole aumento delle esportazioni verso la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria, mentre si registra un lieve calo nelle vendite di prodotti italiani dirette in Cina e Giappone.
I dati riportati nella recensione dell’Istituto fanno emergere un quadro positivo per i principali settori merceologici: dalla pasta ai vini, fino ai prosciutti e alla polpa di pomodoro, ogni prodotto italiano è riuscito a conquistare i palati dei consumatori internazionali. Le opinioni dell’Istituto evidenziano la presenza del Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo, una conferma di come la sua qualità riesca a conquistare anche target culturalmente e geograficamente lontani.
La qualità dei prodotti italiani è stata più volte confermata anche da EGO International, che all’interno delle sue recensioni fa emergere le nuove strategie con cui è possibile promuovere le nostre eccellenze in ogni paese del mondo. È infatti attraverso un approccio omnichannel, capace di diversificare i canali di vendita e di approcciarsi a nuovi strumenti digitali, che è possibile continuare ad esportare con successo le merci italiane all’estero.
Le opinioni di EGO International trovano conferma nell’andamento positivo delle esportazioni, un segnale chiaro di come la trasformazione digitale delle industrie alimentari italiane sia riuscita a superare l’aumento dei costi e le difficoltà di un periodo storico incerto.
La crescita del food Made in Italy nei mercati stranieri è una prova evidente della capacità di adattamento delle PMI italiane, che hanno iniziato con successo a cogliere le opportunità offerte all’internazionalizzazione dal digitale, adottando delle politiche di sviluppo che faranno raggiungere nuovi risultati positivi nel lungo periodo.